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Parla come mangi: l’importanza dei corsi di lingua per l’industria alimentare italiana

Redazione
Pubblicato: 14 Dicembre 2021
Aggiornato: 8 Novembre 2022

La tradizione culinaria e lo stile alimentare del nostro Paese rendono il brand italiano uno dei più amati a livello internazionale. Ed è in primis grazie all’esperienza, alle conoscenze e al lavoro delle aziende italiane che, tanto le bevande quanto i prodotti agroalimentari “Made in Italy”, raggiungono una qualità così elevata.

Ma un prodotto di qualità non basta: come si arriva sulle tavole dei consumatori di tutto il mondo? Come si continua ad innovare e a migliorarsi?

Noi di Babbel for Business crediamo fermamente che l’apprendimento digitale delle lingue possa giocare un ruolo fondamentale tanto nella strategia di espansione internazionale, quanto nell’ottimizzazione dei processi aziendali.

Attraverso alcuni interessanti dati di settore scopriamo insieme perché un’azienda italiana che opera nell’industria alimentare e delle bevande dovrebbe prendere in considerazione l’idea di investire nella formazione linguistica.

Made in Italy ed export: un mercato in continua crescita

Come accennavamo nell’introduzione, i prodotti alimentari italiani sono amati in tutto il mondo. Assieme a quello della moda e degli autoveicoli, il settore alimentare e delle bevande, infatti, produce alcune fra le eccellenze dell’export italiano.

Secondo il report Mercato Italia Agroalimentare 2020 di Largo Consumo, nell’anno precedente all’arrivo della pandemia (2019) l’Italia è arrivata ad essere il nono Paese esportatore di prodotti agroalimentari a livello mondiale, raggiungendo un volume d’affari di 43 miliardi di euro (al netto di tabacco e derivati).

Tra il 2014 e il 2019, infatti, l’export agroalimentare italiano è cresciuto del 27% e, al contrario di quanto accaduto ai consumi nazionali, i prodotti alimentari del nostro Paese hanno aumentato la loro penetrazione all’estero, mettendo a segno un incremento del 4,6% nel valore dell’export tra il 2018 e il 2019.

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Prodotto italiano, comunicazione internazionale

E qui arriva il primo importante vantaggio per le aziende che decidono di investire in formazione linguistica. Se la qualità dei prodotti “Made in Italy” è importante per il loro successo al di fuori dei confini nazionali, altrettanto lo è la capacità di un’azienda di distribuirli e comunicare le loro caratteristiche a consumatori non italiani.

E qual è il primo ostacolo che ogni azienda incontra nel momento in cui propone i suoi prodotti all’estero? Chiaramente, la barriera linguistica.

Investire in un programma di apprendimento delle lingue permette alle aziende italiane di migliorare il proprio posizionamento sul mercato internazionale, attraverso una comunicazione commerciale online e offline più efficace (a livello di marketing digitale e in-store).

Altro aspetto importante riguarda la strategia di localizzazione dei prodotti. Un’azienda competente dal punto di vista linguistico è in grado di sapere qual è la terminologia più adatta per riferirsi ad un determinato prodotto in un determinato mercato e quali sono le caratteristiche più importanti da evidenziare.

Il settore alimentare italiano: tanta domanda di lavoro e poca offerta

L’industria alimentare e delle bevande in Italia fa parte di un tessuto produttivo estremamente consolidato che, secondo un’analisi del centro studi Comar sul periodo 2015-2018, vede operare 56.750 imprese, con un totale di 385.000 dipendenti e un fatturato totale di 140 miliardi di euro.

In Italia, soprattutto dopo l’arrivo della pandemia, ciò che rimane complicato è il rapporto tra domanda e offerta di lavoro. La mancanza di competenze e di profili professionali in grado di aiutare le aziende a sostenere i propri obiettivi di crescita, infatti, è piuttosto elevata.

Secondo il recente Focus di Censis e Confcooperative, nel secondo trimestre 2021 nei settori dell’industria e dei servizi, il numero dei posti vacanti ha superato la soglia delle 233.500 unità.

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La formazione linguistica come benefit aziendale

Se una parte della motivazione di questa differenza tra domanda e offerta è data dalla scarsità di profili adeguati, l’altra è sicuramente da attribuire alla mancanza di attrattività di alcune aziende.

Un lavoratore qualificato, conscio dell’ampia offerta di lavoro disponibile per la sua specifica posizione nel settore alimentare e delle bevande, sarà particolarmente attento a ciò che ogni azienda ha da offrire.

Un benefit aziendale come la formazione linguistica dimostra ai potenziali candidati quanto l’azienda consideri importante la formazione dei propri dipendenti, e si inserisce in una più ampia strategia di employer branding, volta a migliorare l’attrattività dell’azienda e a massimizzare le possibilità di assunzione durante i processi di ricerca e selezione.

Automazione e digitalizzazione: il futuro della food industry

Anche nel settore dell’industria alimentare e delle bevande, la digitalizzazione e il progresso tecnologico sono ormai parte integrante dei processi aziendali, tanto a livello produttivo quanto a livello organizzativo.

Secondo quanto si evince dal recente report Future of Food di Deloitte già più di un terzo (36%) delle aziende (con tre o più dipendenti) attive nell’industria alimentare in Italia è impegnato in progetti di innovazione, il 7% utilizza piattaforme digitali (come gli ecommerce) e il 15% sfrutta tecnologie di cloud computing.

Pensando all’impatto che ha avuto soprattutto nei periodi di lockdown sulle abitudini e sull’esperienza di acquisto dei consumatori, l’emergenza Covid-19 si è rivelata un potente acceleratore nell’uso delle piattaforme tecnologiche come gli e-commerce.

Secondo i dati dell’Osservatorio Netcomm del Politecnico di Milano, infatti, nel 2021 la spesa online in Italia nel settore Food&Grocery supererà i 4 miliardi di euro, segnando un +38% rispetto al 2020.

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La formazione linguistica in un’ottica di trasformazione digitale

Sempre secondo Deloitte, il potenziale e i campi di applicazione in ambito Agrifood delle tecnologie digitali sono vari e riconosciuti ed è per questo che le imprese del settore stanno iniziando a intraprendere percorsi di trasformazione digitale, nell’ottica di sviluppare dei paradigmi di Industria 4.0.

In questo contesto, l’apprendimento digitale delle lingue trova una perfetta applicazione in quanto permette di:

  • Stimolare e abituare i dipendenti meno avvezzi all’utilizzo della tecnologia sul posto di lavoro: le app di formazione linguistica come Babbel permettono di imparare una nuova lingua digitalmente, anche attraverso metodologie di apprendimento misto.
  • Fornire supporto nell’utilizzo della terminologia tecnica di settore: alcuni termini tecnici legati all’industria sono spesso in inglese e la formazione linguistica in azienda aiuta i dipendenti a comprendere e utilizzare un vocabolario corretto.
  • Fornire supporto nella consultazione di contenuti formativi: sia offline che online, spesso i contenuti formativi più tecnici non sono disponibili in italiano e l’apprendimento delle lingue può dare la possibilità ai dipendenti di accedervi più facilmente.
  • Dare la possibilità ai dipendenti di frequentare eventi o seminari di formazione: gli eventi in cui aggiornarsi, imparare e condividere esperienze con colleghi internazionali relativi alle nuove tecnologie applicabili nel settore sono spesso tenuti in inglese (o in altre lingue).

In sintesi, offrire un programma di formazione linguistica digitale in azienda permette ai dipendenti di mantenersi tecnologicamente attivi e, allo stesso tempo, sviluppare le proprie competenze professionali nel settore alimentare e delle bevande abbattendo le barriere linguistiche presenti.

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Lavori nell’industria alimentare e delle bevande e vorresti approfondire come la formazione linguistica può aiutare la tua azienda? Allora scarica il nostro ebook gratuito!

– Matteo Pizzinato

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